Nel pomeriggio del 18 giugno 2025, la Juventus ha vissuto una giornata fuori dall’ordinario. Durante la trasferta a Washington D.C. per il Mundialito (FIFA Club World Cup – per quote e pronostici Clicca Qui), una delegazione del club è stata ricevuta da Donald Trump alla Casa Bianca. L’incontro ufficialmente serviva a promuovere la competizione FIFA, ma ha presto assunto contorni surreali, tra gaffe, tensioni e momenti di imbarazzo. Presente anche Gianni Infantino, presidente della FIFA.
Imbarazzo e tensione nello Studio Ovale
Tra i presenti in rappresentanza della Juve c’erano il presidente di Exor John Elkann, il CEO Maurizio Scanavino, il general manager Damien Comolli, l’ex capitano Giorgio Chiellini, oggi dirigente, e diversi calciatori, tra cui McKennie, Weah, Locatelli e Vlahovic. Tuttavia, l’evento ha preso una piega scomoda quando Trump ha chiesto: «Fareste giocare delle donne con voi?». La domanda, che sembrava ironica ma ha messo in evidente difficoltà i presenti, ha subito fatto il giro dei media mondiali.
Le reazioni: gelo, silenzi e meme virali
Secondo diversi resoconti, tra cui quello de Il Fatto Quotidiano e Il Foglio, i calciatori sono apparsi visibilmente a disagio, specialmente McKennie e Weah, entrambi statunitensi. Weah ha dichiarato: «Non avevo scelta, ci hanno detto che dovevamo andare». Sui social, il video dell’incontro è diventato virale, con meme e commenti sarcastici. Molti tifosi si sono detti stupiti dal tono dell’incontro, giudicato più politico che sportivo.
Sport o propaganda? Il dibattito si accende
Il portale Domani ha parlato apertamente di “teatro propagandistico” orchestrato da Trump, soprattutto per via dei riferimenti ai diritti LGBTQIA+ e alle sue visioni conservatrici. Alcuni giornalisti hanno criticato la Juventus per essersi prestata al gioco, rinnegando i suoi valori sportivi. Altri, come Gad Lerner, hanno ironizzato su Twitter, generando ulteriore dibattito. La sensazione è che la Juve si sia trovata al centro di un palcoscenico in cui lo sport è diventato strumento di comunicazione politica.
Elkann e la scelta discutibile
Molti osservatori si sono chiesti perché John Elkann abbia voluto portare la squadra nello Studio Ovale, in un contesto così delicato. Il sito Mowmag ha scritto: «Se la Juventus era un gioiello di famiglia, è stata svenduta al compro oro della politica USA». Una frase dura, che sintetizza il malcontento di molti. Nel frattempo, le foto ufficiali ritraggono una squadra impacciata, quasi estranea alla scena, con Tudor e Chiellini visibilmente tesi.
Tra calciomercato e campo: la Juve guarda avanti
Nel frattempo, la Juventus è impegnata nel Mundialito, dove ha appena travolto 5-0 l’Al-Ain. Domenica 22 giugno affronterà il Wydad Casablanca, prima della sfida clou contro il Manchester City. In campo, Tudor punta su Koopmeiners, Locatelli e Vlahovic per rilanciare la stagione. Sul fronte calciomercato, i nomi più caldi sono quelli di Kolo Muani in entrata e di Yildiz corteggiato dal Bayern. Le strategie dipenderanno molto dai risultati estivi e dalla qualificazione diretta alla prossima Champions.
Il calendario 2025-26: tutte le sfide clou
Archiviata l’estate, la Juve inizierà il nuovo campionato il 24 agosto contro il Parma. Tra i match più attesi: Juve-Inter il 13 settembre, Juve-Milan il 5 ottobre, e il derby con il Torino il 9 novembre. Tudor dovrà gestire al meglio un calendario fitto, con impegni nazionali ed europei. Dopo un 2024-25 altalenante, con l’uscita ai quarti di Coppa Italia e agli ottavi di Champions League, il club punta a tornare protagonista.
McKennie e Weah: il paradosso americano
Proprio i due statunitensi della rosa, McKennie e Weah, sono apparsi i più a disagio durante l’incontro con Trump. Il primo aveva già definito l’ex presidente “ignorante e razzista” in un’intervista passata, e ora si ritrova a stringergli la mano. Una scena surreale che ha alimentato le polemiche. Weah, figlio dell’ex pallone d’oro George e oggi politico in Liberia, si è limitato a dire: «È stato strano». E forse nessuna frase meglio descrive questa trasferta bianconera in terra americana.