Non stiamo vivendo anni felici in Italia e all’estero, l’economia segue gli equilibri politici nazionali e internazionali, la globalizzazione nata e cresciuta dapprima con i mezzi di trasporto veloci ed economici è cambiata radicalmente con la corsa trasformativa delle tecnologie digitali (computer, laptop, smartphone e tablet) creando un mondo iperconnesso dove basta lo starnuto di un vertice politico o economico per incidere non solo sui mercati ma anche sulla vita delle persone.
Le aziende nascono anche con le grandi crisi
La crisi economica del 2008, causata dai disequilibri del settore bancario e immobiliare statunitense è stato il primo evidente fatto che dimostra le conseguenze di questo mondo iperconnesso. Il conflitto Donald Trump/Cina a suon di dazi aperto e chiuso tantissime volte in un anno e mezzo dimostra come una conflittualità senza armi tra due colossi mondiali genera conseguenze che pesano sulle aziende e possono provocare scelte drastiche come spostamenti di imprese o chiusura di fabbriche che porta in strada senza lavoro migliaia di operai. Si aggiungono i conflitti importanti in aree strategiche, ad esempio a pochi chilometri dal Mediterraneo, e nuovi fattori ambientali come i cambiamenti climatici o i terremoti di grandi proporzioni. Tuttavia, nonostante i tanti problemi e dinamiche difficili citate aziende e imprese nascono: idee e creatività, nuovi prodotti o servizi, diverse capacità e manualità introdotte nel mercato permettono ad imprenditori e dipendenti di affermarsi con un lavoro e una professione. Dall’Eurozona all’Italia, ecco alcuni dati a confronto sul tema della nuova imprenditorialità e delle nuove imprese.
Nuove imprese nell’Eurozona: terziario vs manifattura
Le piccole e medie imprese restano il cuore pulsante dell’economia comunitaria europea e dei singoli paesi europei, nel momento attuale riescono a resistere ai colpi di una crisi economica che ha inciso sugli scambi commerciali e finanziarie. Le nuove aziende e le nuove imprese si avvangono di finanziamenti a fondo perduto per partire e crescono grazie a strumenti informatici e digitali sempre più efficaci ed economici per il lavoro imprenditoriale. Markit, importante compagnia di informazione finanziaria, analizza gli indici dell PMI. Ottobre è stato un mese positivo per l’economia dell’Eurozona ma non per tutti i settori, infatti il settore terziario quindi dei servizi registra una crescita costante rispetto al comparto manifatturiero. Industria e artigianato risentono maggiormente le conseguenze delle dinamiche globali. L’Italia anche segue la crescita di Francia, Germania e Spagna i paesi europei che maggiormente influiscono sulla nostra economica. Salgono però le PMI dei servizi, Markit segnala un punteggio medio tra 52/53 di valore per i tre paesi citati, l’andamento dell’Eurozona invece si sposta da 49/50 a 50/51.
In Italia cresce chi protegge brand, marchi e idee
In Italia come resiste il valore delle PMI e come sopravvivono le nuove realtà imprenditoriali? Il Sole 24 Ore riporta un dato importante: marchi, brevetti e diritti di Proprietà intellettuale garantiscono a più della metà delle PMI italiane un impatto positivo con una crescita dei ricavi e dei crediti fino al 30%. La creatività professionale è al centro di questo dato, in Italia imprenditori nuovo e non nuovi mettono a produzione idee e innovazione per creare servizi e beni di consumo nuovi o innovativi che proteggono con marchi e brevetti. Con questi strumenti si impedisce essere copiati dai concorrenti, migliora la tutele in caso di contenzioso, fa crescere la collaborazione tra imprese (approfondisci sap b1 crm), migliora l’occupazione e la redditività.